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Guerra e Pace – Stagione 2, Episodio 4: la Stagione degli Amori

In Russia è primavera, o meglio è dicembre inoltrato ma tutti, prima l’uno poi l’altro, sentono improvvisamente il bisogno di accoppiarsi!

Tutto in famiglia

Diventato capo dello squadrone degli usseri Nicola Rostov si è a lungo dedicato all’attività che più gli è consona (se non altro per minore rischio di fare figure di merda): l’ozio. Quello militare per l’esattezza, alla giusta distanza dalla famiglia. 

Famiglia che però deve affrontare serissime difficoltà economiche, causate dallo stato disastroso della contabilità. Nicola subodorando una serie di rogne e responsabilità, deflette tutte le richieste di aiuto della madre finché quest’ultima non gli comunica del fidanzamento di Natascia col principe Andrea, aggiungendo che il patrimonio di famiglia è ad un passo dal collasso. Nicola capitola e torna a casa, stupendosi dell’aspetto più maturo dei fratelli minori Natalia e Pyeta.

Com’era prevedibile Nicola è un totale inetto nella gestione degli affari di casa, picchia l’amministratore dopo aver travisato delle carte e l’unica cosa concreta che fa è stracciare una cambiale a favore di Anna Michailovna con la complicità della madre (ora, con che conseguenze sarà da vedere considerando le doti manipolatrici dei Michailovna madre e figlio). Poi troppo stanco dall’aver strappato un pezzo di carta, si dedica liberamente alla caccia.

D’altronde come le finanze dei Rostov fossero disastrate era un vero mistero: nella casa di Otradnoe vivevano stabilmente ospiti e precettori, Nicola aveva allargato le scuderie a 50 cavalli e 15 cocchieri ed erano regolari le giocate a carte in cui il conte Ilja Andreevic faceva inavvertitamente vedere la sua mano a tutti i giocatori, perdendo sistematicamente. Insomma un vero mistero contabile. Ma la contessa una soluzione semplice senza l’uso dell’abaco la considerava da tempo: far sposare al figlio Nicola la ricca Julie Karaghina. Eppure Nicola non ne vuole sapere di rinunciare all’amore per Sonia, la cugina povera e senza dote. Messa di fronte alla domanda: “Mamma, vuoi che venda i miei sentimenti per sistemare i conti di casa?” la Contessa rinuncia al suo piano e sfoga la frustrazione bullizzando l’innocente nipote Sonia. Natascia dal canto suo decide di sfogare la sua di frustrazione dovuta all’assenza del principe Andrea, andandosene in giro per casa a dare ordini a caso alla servitù e svegliando il fratello Nicola per avere una conversazione filosofica sulla vita (“hai mai pensato vivendo un momento felice che il futuro non abbia più nulla di buono da offrirci e che moriremo tutti?”), per scambiare ricordi d’infanzia e parlare con Sonia di vita eterna e metempsicosi. Ma è Natale e quindi la serata prende una svolta inaspettata, la servitù e i ragazzi si travestono in maschera, chi da orso chi da strega, Nicola da vecchietta, Natalia da ussaro mentre Sonia sfoggia baffi e folte sopracciglia. La masnada di maschere raggiunge in slitta il castello fatato della vicina Pelagia Meliukova, contagiando le sue figlie e la servitù con la piega carnevalesca. Pelagia si diverte a tentare di riconoscere l’identità nascosta dietro ogni maschera e dopodiché a cena, si passa dalle maschere ad un altro passatempo tipicamente natalizio: parlare di sedute spiritiche fatte in bagno al lume di candela o nel granaio infestato. Sonia sfoderando un coraggio inaspettato chiede dove sia questo granaio perché lei ci vuole andare SUBITO per dimostrare di non aver paura di nulla. Nicola, ammirato, si illumina e capisce: ecco come poteva finalmente ritrovare le palle, sposando qualcuna che ce le avesse al posto suo. Il giovane Rostov esce dal retro, intercetta Sonia sulla via del granaio e i due senza parlare si baciano arditamente… lui sempre vestito da vecchietta e lei con i baffoni tracciati col carboncino (eeeh questi ruoli fluidi, questa teoria gender!).

Sonia

Tornati a casa Natalia ha già capito tutto sui risvolti del cuore del fratello e poi chiede alla cugina Sonia di andare in bagno per avere qualche visione del principe Andrea. Sonia acconsente e accese le candele si presta alla pantomima, neanche lei sa bene perché, stanchezza o forse gioco, ammette di aver visto Bolkonskij, sdraiato, felice con qualcosa di rosso e azzurro. Sarà vero o l’ennesima cosa a caso piazzata da Tolstoj? Il giorno dopo Nicola dichiara alla madre l’intenzione di sposare Sonia, la Contessa con un sommesso “e te pareva” lo lascia libero di fare ciò che vuole ma gli nega la benedizione e si rivolge alla nipote Sonia con dolci appellativi quali “adescatrice” e “piccola intrigante”. Lo scontro fra madre e figlio si scalda quasi fino alla detonazione totale se non fosse per Natascia che interrompe l’alterco in tempo. Per Nicola è ora di ritornare alla base militare, la contessa si ammala di “dispiacere” e il conte è costretto a partire per Mosca con Sonia e Natascia per vendere la casa di Mosca e provare a mettere le pezze ai suoi disastri finanziari.

Voulez-vous coucher avec moi

Dal giorno del fidanzamento tra il suo caro amico Andrea e la giovane Natascia, Pierre viene inspiegabilmente preso da una nuova ondata di depressione (“ma perchè penso così tanto alla futura moglie del mio amico? Chissà…”). Abbandonando i massoni e tutti i suoi bei propositi precipita di nuovo nei vizi, nella vita mondana del circolo, nel cibo e nell’alcol, ingrassando sempre più e arrendendosi al ruolo di ciambellano cornificato dalla moglie, convinto che ormai l’unico modo per andare avanti in questa vita senza senso è distrarsi dalla stessa quanto più possibile.

In casa Bolkonskij le frecce impazzite di Cupido vanno a segno in modo del tutto casuale. Il vecchio principe Nicola, padre di Andrea e Maria, continua a risuotere successo al comando militare, complice il suo profondo e apprezzato odio per i francesi, tuttavia è pienamente entrato nella fase del rincoglionimento senile, con fasi paranoiche e infondate accuse di spionaggio a danno di terzi. Ebbene seppur contrarissimo al matrimonio fra il figlio Andrea e la contessina Natascia Rostov, tutto ‘sto parlare di nozze lo ispira e decide di sfogare questo nuovo afflato nientepopodimeno che su mademoiselle Bourienne la quale, nell’ordine: 1) è francese; 2) è la damina di compagnia della figlia Maria; 3) è la stessa che, quando Anatolio Kuraghin era venuto col padre, il principe Basilio, per chiedere la mano della principessina Maria, si era poi fatta sedurre dallo stesso Anatolio, facendosi sgamare dalla principessina stessa mentre si spupazzavano nei corridoi. La cosa è tanto seria che il vecchio Principe si limona la francesina di fronte alla figlia e le notifica che è meglio che si trovi un posto dove andare visto che in casa non è più la benvenuta: “almeno trovasse un idiota che se la sposa”. Vale la pena ricordare che fino a qualche mese prima era proprio il vecchio principe a sabotare tutte le proposte di matrimonio perché non voleva che la figlia lo lasciasse solo e che dopo averli scoperti in corridoio a sbaciucchiarsi, Maria si era imposta come missione di vita quella di far mettere assieme la squattrinata Bourienne con il cacciatore di doti Anatolio. D’altronde Tolstoj l’ha mai descritta come particolarmente intelligente.

Però effettivamente qualcuno ronza intorno a Maria ci sarebbe pure, ovvero Boris Drubezkoi, il figlio di Anna Michailovna. Boris ha ereditato tutte le doti di arrampicatore sociale della madre, ma diciamo che a differenza di altri personaggi spregiudicati lui è più che altro un tipo pratico, che fa le cose per mettersi al sicuro senza intenzioni veramente malevole. Invitato a pranzo in casa Bolkonskij insieme a Pierre e ad altri ospiti, Boris tenta di interagire con Maria per tastare il terreno, ma quella non riesce a togliersi l’immagine del vecchio padre che bacia alla francese la francese, per cui non si accorge di nulla. Sarà poi Pierre a spiegarle che Boris cerca moglie ma è indeciso fra lei e la sua vecchia amica Julie Karaghina; tuttavia poi il discorso si sposta sulle nozze di Andrea, e Maria, che un po’ contraria al matrimonio lo è anche lei, si rassegna malvolentieri al fatto che secondo Pierre, la futura cognata è una persona adorabile.

Impresso nelle retine di Maria Bolkosnkij per sempre

Ed effettivamente Boris stava davvero mettendo in atto l’operazione “matrimonio vantaggioso” palleggiando con l’idea di proporsi a Maria, che tutto sommato gli stava simpatica malgrado la bruttezza o Julie Karaghina, la quale era, sì, molto più ricca di Maria ma anche molto più brutta e dai modi “ripugnanti”. Segue ennesimo profilo esemplare dell’alta società moscovita: non essendo più giovanissima (per gli standard dell’epoca,visto che è una ventisettenne) Julie può permettersi di ricevere ragazzi in casa con grande nonchalance senza destare scandalo, conseguentemente casa sua è un porto di mare; malgrado sia ricca sfondata e la sua vita sia un party continuo, Julie mette sù un’aria da anima disillusa, come avesse subito un trauma esistenziale che in realtà non si è mai verificato, unica persona conscia che la vita non ha senso. Se la media degli ospiti si limitava a intristirsi con lei quei cinque-dieci minuti d’obbligo per poi poter andare a divertirsi con gli altri invitati, Boris- in pieno stile Michailovna- si tratteneva con lei più a lungo, specchiava quella malinconia con altrettanta malinconia e così i due si intristivano lungamente assieme. La verità è però che a Boris ‘sta finta posa malinconica e la brama di marito che Julie nasconde malamente lo ripugnano (in fondo anche lui spera nell’amore), ma vedendolo temporeggiare troppo Julie inizia ad invitare in casa lo spregiudicato Anatolio Kuraghin come esca, al che Anna Michailovna suggerisce al figlio di chiudere l’affare quanto prima e così Boris con la voglia nel cuore di dire a Julie quanto gli facesse schifo, le dice che la ama tanto. Affare concluso, evviva gli sposi.

La rovina

Il conte Ilija Andreevic Rostov arriva dunque a Mosca con Sonia e Natascia con l’intento di vendere la casa di città, chiedendo ospitalità a Maria Dmitirevna (il “Drago”). La padrona di casa si ripromette di prendersi cura delle fanciulle mentre il conte cerca acquirenti e allo stesso tempo cerca di facilitare le future nozze fra Andrea Bolkonskij e Natascia visto che l’anno di sospensione richiesto dal vecchio principe Nicola Bolkonskij sta per scadere e Andrea è ancora all’estero a sbrigare non meglio chiarite faccende. La Dmitrievna organizza quindi un incontro fra i Rostov e i Bolkonskij sperando che Natalia possa sciogliere il cuore avvizzito del vecchio principe. Prevedibilmente però l’incontro va di merda: la principessina Maria essendo incoscientemente invidiosa della futura cognata e gelosa dell’amore del fratello non riesce a dire nulla di carino senza sembrare falsa; mademoiselle Bourienne, che ormai si sente padrona di casa non lascia le due cognate da sole, il che frustra ulteriormente Maria; e il principe Nicola entra in sala in vestaglia da notte fingendo malamente di non sapere che Natalia fosse in casa, nell’imbarazzo generale. “Sono così felice per te e mio fratello…” dice Maria a fine incontro col tono che significa “ma perchè sei entrata nella nostra vita?”. Natascia ritorna a casa ulteriormente depressa perché alla lunga assenza di Andrea si aggiunge ora la chiara antipatia di tutta casa Bolkonskij verso di lei.

Amore a prima vista

Quale miglior modo per distrarsi  dal brutto pomeriggio se non andare all’Opera? E quale modo migliore per incasinare tutto? Quella sera a teatro, infatti, oltre ai Rostov ci sono un po’ tutti. Boris – l’ex di Natalia- con la novella moglie Julie, Dolochov -il sociopatico che aveva affrontato a duello Pierre restandoci quasi secco e che essendo stato rifiutato da Sonia aveva ripulito alle carte Nicola Rostov- che ora veste in stile persiano avendo passato del tempo in Persia a combinare i suoi soliti danni, e poi i figli del Principe Basilio, cioè Elena Bezuchova -la moglie fedifraga di Pierre- e Anatolio -il dissoluto dissolutore. Notando la bellezza di Sonia ma soprattutto di Natascia, Anatolio non riesce a staccarle gli occhi di dosso e siccome Elena Bezuchov ha ormai deciso di ricoprire il ruolo di agente del caos, invita Natascia a sedersi nel loro palchetto. Avendola a portata di mano, Anatolio la affascina con frasi a effetto romanticissime del tipo “Mosca mi piace per le belle donne e ora che ci siete voi mi piace ancora di più”. Poeta, genio, chiamate subito il capo redattore dei Baci Perugina. La cosa grave e che a parte farsi solleticare dai complimenti, qualcosa di più sinistro accade nell’animo di Natascia; fissando Anatolio negli occhi capisce che – per ragioni che Tolstoj non si premura di chiarire- fra loro non ci sono più barriere, una complicità passionale li lega già come venisse da un passato antico. Natascia ne è sconvolta e comincia a dubitare di Andrea. Ma visto che Elena vuole guadagnarsi un posto in prima fila all’inferno, invita il Conte Rostov e la figlia a cena per assistere ad un saggio de recitazione. Con grande stupore del Conte ma nessuna sorpresa per noi, tutti gli invitati di Elena fanno parte della gioventù dissoluta e libertina di Mosca e malgrado la sorveglianza del padre, Anatolio con la complicità della sorella riesce a isolare Natalia e a strapparle un bacio appassionato. E’ la rovina. Natalia perde completamente il senno, scrive alla principessa Maria di non preoccuparsi per il loro incontro andato male perché tanto…ha deciso di non voler più sposare suo fratello, dopodiché si accorda in segreto con Anatolio per scappare insieme. Sonia preoccupatissima e Maria Dmitrievna furiosa riescono a sventare i piani di Anatolio, rinchiudendo Natalia nella sua camera.  Pierre viene quindi chiamato dalla Dmitrievna per dare la mazzata finale a Natalia: Anatolio è già sposato da anni con una polacca che ha insidiato da giovane e il cui padre viene pagato periodicamente perché la notizia non venga fuori. Natalia ne esce distrutta, non si dà pace del fatto che tutti pensino che Anatolio sia un coglionazzo e lei una svampita sciacquetta, ma allo stesso tempo si sente in colpa per Andrea. A Pierre -delusissimo per la caduta di stile della sua prediletta- non resta che raccogliere i cocci: obbliga il cognato Anatolio ad andarsene da Mosca minacciandolo di spaccargli la testa con il solito fermacarte, onde evitare che Andrea, finalmente tornato in città, lo sfidi a duello; e poi recandosi in casa Bolkonskij, mentre il vecchio Principe e la principessina Maria stappano le bottiglie per le nozze saltate, si accerta che Andrea non voglia perdonare Natalia. A Pierre tocca comunicare a Natalia una versione edulcorata di “io non mi prendo gli scarti di altri uomini” e per tirarla su dalla disperazione le dice “voi avete ancora un futuro…anzi se non fossi sposato io vi chiederei subito la mano” ammettendo per la prima volta a voce alta di fronte a lei e a se stesso…che ANCHE LUI è innamorato della ragazzina. Effettivamente finiti i triangoli amorosi ci mancava giusto il quadrilatero di passione.

In tema di trame romantiche io di Tolstoj ormai non mi fiderò mai più.

Citazione: E Pierre pensava che tutti gli uomini erano soldati sottoposti al fuoco della vita: c’era allora chi cercava di distrarsi con l’ambizione, chi con le carte, chi con le donne, chi con i cavalli, altri con la caccia, o con la politica o con il vino. “Non c’è nulla che si possa dire meschino, nulla che si possa dire importante, tutto è eguale: purché mi salvi dalla vita; purché io riesca a non vederla, questa terribile vita.”

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