Serial review

Serial Review (5): The Tudors

 

(Post del 16 aprile 2008)

Credi di conoscere una storia
Ma sai solamente come finisce
Per arrivare al cuore della storia
Devi tornare all’inizio.

Con queste parole inizia la sigla di una delle ultime serie del canale via cavo Showtime : The Tudors
La serie creata da Michael Hirst si propone di raccontare le vicende legate al regno di Enrico VIII, una figura storica controversa, un monarca noto fra le altre cose per aver avuto sei mogli e per aver causato lo scisma con la chiesa cattolica mettendosi a capo di quella britannica, e dovrebbe interessare gli eventi storici avvenuti più o meno nella prima metà del sedicesimo secolo.
Parlare della storia di uno sceneggiato a carattere “storico” ha poco senso, per cui mi fiondo sulla critica.
Premetto che la serie mi è piaciuta, perché è riuscita a mantenere più o meno vivo il mio interesse durante i dieci episodi della prima stagione e che avendo apprezzato alcuni dettagli di solito assenti in altre serie mi è venuto più facile sorvolare su un’ impostazione da soap opera a volte invadente nonché a tutta una serie di sviste, errori storici (voluti) e anacronismi che ho notato –direte voi: “per la tua eccelsa conoscenza della storia britannica” – grazie all’uso di Wikipedia.
Fondamentalmente, la storyline  principale che si delineerà nella prima stagione –circondata da tutta una serie di avvenimenti legati ai rapporti fra l’ Inghilterra e gli altri regni europei- riguarda il rapporto fra Enrico e Anna Bolena e il tentativo di lui di trovare una scappatoia legale al matrimonio con Caterina d’Aragona, amatissima dal popolo, per poter soddisfare questo irrefrenabile desiderio che diventerà un vero è proprio sentimento amoroso.
Proprio questo concentrarsi sulle vicende romantiche –per quanto una buonissima parte del racconto verta, come dicevo, su guerre, rapporti con la chiesa ecc. – è stato un leggero ostacolo alla visione, visto che tali tematiche non hanno su di me un grandissimo appeal, rischiando in più di un momento di trasformarsi in un romanzo Harmony in salsa medioevale. Tuttavia, questa liaison fra il Re e Anna Bolena riesce a mettere in moto tutta una serie di meccanismi che coinvolgono gli altri personaggi e situazioni ben più interessanti di quei momenti in cui i due leggono l’ uno le lettere dell’ altro fremendo di desiderio.
Oltre a questa apprezzabile digeribilità dell’ elemento “rosa” la serie fa uno spudorato e giustificato sfoggio, innanzitutto di costumi d’ epoca veramente belli –probabilmente avranno svuotato i teatri britannici visto che la serie è girata in Irlanda – che diciamolo in un film/serie “in costume” sono il minimo indispensabile per non far storcere il naso; di effetti in computer graphic decenti per rappresentare navi e paesaggi (anche questo utile per non estraniare lo spettatore dal racconto); di attori di alto livello (ora ne parlerò in maniera più approfondita); e di sesso.
Mi libero subito della tematica sessuale: è presentata come se fosse chissà quale scandaloso traguardo televisivo (più o meno questo il tono usato nel comunicato stampa di Premium Gallery che  trasmette la serie sul digitale terrestre) ma in realtà di scandaloso c’ è veramente poco; il sesso è mostrato in maniera evidentemente “glamourizzata”, complici gli abiti ‘cinquecenteschi e la scelta dei due attori protagonisti; E parliamo proprio degli attori: è chiaro che si parli si una serie altamente erotica se per interpretare quel grassone, (pare) sifilitico, di Enrico Ottavo, si è scelto un modello indossatore di intimo –queste le sue referenze su wikipedia e già ho detto tutto- cioè  Jonathan Rhys Meyers (avete presente l’ odioso protagonista di Match Point il film di Woody Allen..beh  è lui.). Per carità, non che reciti male –se non fosse per quella voce fastidiosissima che si ritrova- però la sua presenza nella serie è evidentemente una mossa della produzione per estendere il pubblico a teen agers  arrapatee scalpitanti. Natalie Dormer che interpreta Ann Boleyn è decisamente su un livello più alto e soprattutto ha un volto molto particolare che la fa sembrare al contempo dolce e calcolatrice –anche lei “stranamente” più sexy e prospera del corrispettivo storico- . Degni di nota sono il grande Sam Neill (Jurassic Park, Lezioni di piano) che interpreta il cardinale Wolsey durante tutta la sua carriera politica fino alla drammatica decadenza; Jeremy Northam che interpreta Tommaro Moro; Maria Doyle Kennedy che interpreta magistralmente la regina Caterina d’Aragona.
Per quanto riguarda l’ attinenza con la storia diciamo che c’è una notevole riscrittura degli eventi: vicende accadute a distanza di decenni sono compresse nell’arco di pochi anni, il quasi 40enne Enrico (ai tempi a quell’età si era già nella vecchiaia) sembra avere poco più di trent’anni e la moglie qualche anno più grande di lui, appare particolarmente vegliarda; vengono nominati papi mai esistiti; alcuni personaggi muoiono in modalità,in età e in successioni completamente sbagliate; addirittura le due sorelle di Enrico, Maria e Margaret sono fuse in un’ unica figura (chiamata Margaret  per evitare che il pubblico la confondesse con Maria la figlia di Enrico) la cui vita è un mix delle due;  in più piazzano pure una ministoriella omosessuale assolutamente priva di riscontri storici,per infarcire il tutto, se ancora ce ne fosse bisogno.

In definitiva: se non ci si aspetta un documentario storico e si apprezzano gli sforzi ,per lo più riusciti di creare un’ ambientazione credibile e una narrazione interessante allora non è da perdere. E siccome per la prima volta ho trovato una serie in cui se ci sono battute in altre lingue (qui spagnolo, italiano e francese) queste non vengono storpiate con la pronuncia inglese mi sbilancio con un voto alto.

VOTO: 4/5

Sito ufficiale:  http://www.sho.com/site/tudors/home.do

Curiosità:

I dialoghi sono in inglese arcaico.

Il creatore della serie Michael Hirst è lo sceneggiatore di Elisabeth il film con Cate Blanchet diretto da Shekhar Kapur.

La sigla iniziale è caruccia, ecco il link:  http://www.youtube.com/watch?v=ntQOSkd3j_I

Update 2010: la serie si è conclusa nel 2010 con la quarta stagione. Se la terza stagione ha peccato di eccessiva staticità e di una certa fiacchezza (in parte bilanciate dalle formidabili prestazioni attoriali di James Frain nei panni di Thomas Cromwell), la seconda e la quarta stagione, forti del fatto di essere basate su vicende storiche particolarmente appassionanti, sono state (da me) molto apprezzate, sebbene si sia finiti per privilegiare l’ aspetto erotico/romantico, tratteggiando spesso in modo troppo approssimativo il profilo politico.

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