Serial review

Xmas with Dexter (quinta stagione)

 

                                   – SPOILER ALERT-

Tra una mangiata e una (schivata) giocata a carte, ho ripescato tutta la quinta stagione di Dexter e l’ ho ingurgitata in un paio di maratone notturne.
Io e Dexter abbiamo avuto una relazione complicata e piena di alti e bassi. Ho amato la prima stagione. Ho apprezzato la seconda, convinto che si stesse  viaggiando lungo un racconto avvincente e pieno di colpi di scena. Poi ho visto la terza stagione e ho cominciato ad avere dei sospetti. Sentivo il profumo di qualcun altro sulla sua camicia. Dexter mi stava tradendo? La quarta stagione, con la grandezza di John Lithgow e la defenestrazione di Julie Benz, mi aveva fatto ben sperare. Finalmente gli autori volevano dare una nuova piega alla serie, qualcosa che fosse un vero sviluppo.
Ed è giunta la quinta stagione. Presentata come innovativa per la mancanza di un vero villain e per l’ introduzione di un partner di omicidi per Dexter, la stagione ha illuso il fedele spettatore che tutto sommato si stesse raccontando qualcosa di nuovo. Finchè non è arrivato il season finale.

Come è stato ben fatto notare altrove, il finale può pesare molto sul giudizio complessivo di una stagione, ma in Dexter c’ è un’ aggravante. Non si tratta solo di una conclusione brutta e spompata (come può essere stata quella –o forse è meglio dire “quelle”- di True Blood), ma siamo di fronte ad un season finale che per la quarta volta in cinque anni, azzera completamente tutti gli sviluppi della narrazione orizzontale. Tutti i nuovi elementi introdotti vengono annullati, riportando il racconto ad un comodissimo fresh start che permetterà agli autori di costruire un’ altra, ennesima stagione, con gli stessi identici presupposti.

E a pagarne le conseguenze è il personaggio di Dexter (e soprattutto il povero Michael C. Hall, intrappolato fra l’ insensibilità congenita del personaggio che interpreta e una sua presunta evoluzione). I brillanti autori affogano lo spettatore in un’ infinità di flussi di coscienza del nostro caro serial killer (a volte con voci fuori campo, a volte –troppo spesso- con le manifestazioni ectoplasmatiche di Harry Morgan) sproloquiando su quante interpretazioni poter dare ad ogni passo che fa Dexter, e poi nel finale di stagione (di tutte!) la conclusione è sempre la stessa: Dexter è un mostro.  MADDAI?! E’ da cinque anni che lo vediamo pugnalare persone, farle a pezzi e buttarle in mare. Si era intuito che non fosse proprio uno stinco di santo.

Questa pigrizia degli autori, sfortunatamente, infetta ogni aspetto della stagione.

Dexter è diviso fra l’ essere serial killer ed essere padre? Si. Ogni tanto. Quando conviene, per rendere le sceneggiature un po’ incasinate. Perché di norma Astor e Cody se ne vanno a Orlando dai nonni tornando a casa solo per la pausa estiva della serie tv, e il piccolo Harrison è affidato a Caterina d’ Aragona, una realistica tata che ha gli orari di lavoro di una balia medioevale.

Dexter avrà finalmente un partner negli omicidi? Si. E no. Julia Stiles, col suo faccino da rettile zuccheroso, incarna Lumen Pierce, sopravvissuta ad una serie di stupri, che vuole vendetta verso i suoi rapitori. Lumen è il motore dell’ azione ed è sempre in bilico tra l’ essere un personaggio credibile o un mero strumento del racconto. Perché l’ assioma dexteriano per cui chi subisce una violenza diventa un pazzo serial killer è fin troppo naive. Tanto più che di queste violenze noi non sappiamo nulla; percepiamo la gravità dei fatti solo perché Debra, vedendo le registrazioni in dvd, “ci dice” che si tratta della cosa peggiore che abbia mai visto. E Debra ne ha viste di cose brutte (donne a pezzi congelate, bambini squartati, teste mozzate, bambini sepolti vivi, donne dissanguate in vasche da bagno) perciò ci fidiamo. La Stiles, con la sua recitazione nevrotica e sofferta ci affascina e alla fine la sospensione dell’  incredulità regge. Poi, però, arriva l’ ultimo episodio. I cattivoni sono sistemati, Julia Stiles deve tornare a fare quello che normalmente fa Julia Stiles, e Lumen ha un’ epifania: eliminati gli uomini che le avevano fatto del male, il suo istinto omicida e scomparso. E l’ amore nato per Dexter, beh, quello resta ma è necessario partire. E tutto ciò, giusto dieci minuti prima dei titoli di coda.

Debra è una super detective? Si. Il più delle volte. Però, ogni volta che arriva vicino alla scoperta del segreto di suo fratello, ecco che succede qualcosa, che spesso è un mezzo Deus ex machina mascherato, che la riporta al punto di partenza. Cade il caffè sui documenti che incastrerebbero Dexter; le viene il ciclo e tarda ad arrivare sulla scena del crimine; si innamora a caso di un personaggio a caso e si distrae. Quest’ anno Debra ha “dubbi morali”. Ritrovatasi faccia a faccia con Dexter e Lumen, opportunamente separati da un telo di plastica opaca, è sul punto di arrestarli però….

…però turbata dalla visione dei dvd degli stupri e affascinata dal legame dei due vigilantes che hanno eliminato uno per uno gli stupratori, decide di lasciarli andare, senza neanche volerli vedere in faccia. L’ anno prossimo Deb sarà ostacolata da una cacca di piccione sulle sue scarpe preferite.

Nessun big bad stagionale? Le patate. L’ antagonista c’ era e come, tanto più che era affidato Jonny –Eli Stone- Lee Miller, e non al fruttivendolo dietro l’ angolo. Solo che non era possibile creare un antagonista forte come il Trinity Killer, quindi tanto valeva mettere le mani avanti, proclamare l’assenza di un villain, e perché no, giustificare così anche il fatto che Jordan Chase sia quasi del tutto privo di approfondimento psicologico.

Dexter è una serie corale? Si. Un coro molto stonato. Vince Masuka è la spalla comica, non si è ancora capito di chi, visto che gli altri personaggi fanno –involontariamente- ridere anche più di lui. Quinn segue le orme del mai abbastanza compianto Doakes, ma le sue indagini finiscono nel vuoto un attimo prima che Dexter sia costretto ad ammazzarlo (anche perché far morire tre amanti di Deb, pare male). Batista e LaGuerta devono morire investiti da una trebbiatrice.

Dexter è una bella serie? Dexter è potenzialmente un’ ottima serie. Ma è una serie vigliacca, che cela dietro un tema apparentemente scabroso, una narrazione statica. E per questo nella mia series list, viene ufficialmente declassata.

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