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Serial Review (2): Saving Grace

(Post del 29 gennaio 2008)

Approfitto del tempo di cui dispongo ultimamente per parlare di un’altra serie ancora poco nota in Italia che ha come protagonista femminile il premio Oscar per “Lezioni di piano”, Holly Hunter; la serie in questione è Saving Grace.
La storia gira intorno alle vicende del detective Grace Hanadarko (per l’appunto Holly Hunter) che conduce una vita piuttosto dissoluta a Oklahoma City, annegando in fiumi di alcol, andando a letto praticamente con chiunque e fumando una sigaretta dopo l’altra (cosa che in Ammmerica fa sempre tanto scalpore…). Questo fino a quando una notte guidando la macchina, ubriaca (lei, non la macchina) non investe un passante; sconvolta tenta di soccorrerlo e nel momento di debolezza emotiva chiede aiuto a Dio. Sarà allora che apparirà Earl (Leon Rippy) che le rivelerà di essere un angelo, per la precisione l’angelo delle ultime occasioni, mandato ad aiutarla a correggere tutti gli sbagli della sua vita prima che sia troppo tardi. Da quel giorno Earl sarà sempre presente, guidandola in modo spesso misterioso lungo un cammino di guarigione, cammino che lei percorrerà malvolentieri e con l’aiuto indispensabile dell’amica Rhetta (Laura San Giacomo) l’unica che non giudica lo stile di vita di Grace e soprattutto l’unica che crede all’esistenza dell’angelo. Il detective Hanadarko si troverà così divisa fra la risoluzione di crimini ed efferati delitti e la necessità di affrontare i propri demoni personali (che sono parecchi).

A mio avviso la serie ha una partenza un pò zoppicante, sia perché impiega un po’ di tempo a definire i contorni dell’elemento “religioso”, che non si accorda subito col resto delle vicende, sia perché la parte investigativa (soprattutto all’inizio) è sbrigativa e poco avvincente, rilegata ad uno spazio marginale rispetto alla trama principale. Andando avanti, però, la serie trova un suo equilibrio, rendendo il discorso della purificazione molto meno cattolico di come apparisse inizialmente, rivelandosi più che altro un invito non a credere in un Dio preciso o in una data religione, ma ad avere fede evitando di soccombere ad un atteggiamento nichilista e autodistruttivo che impedisca di svolgere un ruolo attivo nelle vite altrui (più volte Earl dice a Grace di essere destinata a grandi cose).
Holly Hunter entra perfettamente nel personaggio, e il ruolo sembra esserle stato scritto addosso, anche perché ha spesso interpretato personaggi un pò torbidi e insani.
Laura San Giacomo è un’ottima spalla e Leon Rippy riesce ad essere veramente credibile come angelo (ammesso che questo non sia un controsenso).
Per concludere posso dire che la serie è molto godibile e riesce ad appassionare anche se con effetto un pò ritardato.

Voto: 3+/5

Curiosità:

La creatrice della serie Nancy Miller è cresciuta in Oklahoma City, per cui sono molti i riferimenti alla città e all’omonimo stato;per esempio i cognomi di molti protagonisti sono nomi di città dell’Oklahoma (per esempio Hanadarko deriva dalla città di Anadarko).

Come nella serie anche nella vita reale Holly Hunter è la più piccola di sette figli.

La canzone iniziale è stata composta dal rapper americano Everlast.

Per seguire la realizzazione di Saving Grace il canale TNT ha deciso di non riconfermare la serie Saved perciò se vi eravate appassionati alle vicende del paramedico (più inutile della storia televisiva) purtroppo queste non avranno un seguito.

Update maggio 2010: Spiace dire che la seconda stagione non ha fatto particolarmente tesoro degli spunti positivi della prima. Nel complesso Saving Grace è rimasto uno show poco equilibrato, (tanto che chiuderà quest’anno al termine di una ridotta quarta stagione). Incatenare Holly Hunter ad una serie del genere mi sembra francamente uno spreco.

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